Goodbye.
Life is something really funny sometimes.
starting all over again.
don't shut me out anymore, please.
Forse tirare tutto fuori e sbatterlo agli occhi di mille sconosciuti (c'è ancora qualcuno che lo legge sto blog?) potrebbe farmi bene. Gettiamo in pasto al mondo gli utlimi mesi della mia vita a partire da dicembre.
Il peggio che ne può venire è avere un nuovo crollo quando batterò la parola fine. O - cercandone il lato positivo - potrei tentare di dare ordine alla mia testa.
Dubito fortemente dell'ultima ipotesi, ma potrei rileggere il tutto e dirmi "vedi che non era poi così grande come pensavi quel peso?".
Andiamo per punti, cercherò di sintetizzare il tutto:
• Verso la fine di Novembre mia madre è partita per due settimane lasciandomi una famiglia da portare avanti. In parole povere: ho fatto la Cenerentola di casa più del solito (e per chi conosce la mia famiglia, sa che forse è poco descrivermi come tale personaggio e basta).
• Il primo dicembre mio padre è partito per tre settimane per il Kazakistan. Lasciando il cane a noi e agli effetti a me. Quattro volte al giorno per ogni singolo giorno, anche quando al mattino dovevo alzarmi alle sei per andare in università. Quindi sveglia anticipata.
• Il 4 dicembre ho sostenuto a Roma il Noryoku Shiken. Sono stata male, ho avuto un calo di pressione, ho rischiato di svenire e oltre all'aver preso a tremare come una foglia, c'era un qualcosa che trapanava il mio cervello da parte a parte. Vedevo doppio e di conseguenza la metà dell'esame l'ho fatta a cazzo.
• Il mio compleanno è passato stranamente bene, ma solo perché sono stata lontana da casa per due lunghi giorni. Se escludiamo la solita sfiga e la mia goffaggine che hanno indotto Valentina a terminare la serata con un labbro spaccato a causa mia, direi che è stato tutto piuttosto piacevole. Anzi.
• La Vigilia è stata di una tristezza infinita, con il vicino ubriaco perso che sparava cazzate a cena da noi e l'idea di essere in un giorno qualsiasi.
• Il Natale? Peggio ancora: a casa dei miei zii con mia cugina che mi ignora e mia nonna che è stata male. Ma male seriamente.
• Il 26 sono arrivata a casa di sopracitata nonna e ho trovato pavimenti e lenzuola sporche di sangue. Per non parlare di mia nonna completamente nel panico e sporca anche lei. Ho dovuto pulire tutto e quando ho chiamato a casa mi è stato detto che nessuno poteva venire a darmi una mano. Anzi! ^O^ Dopo mi hanno chiamata per chiedermi se potevano cominciare a mangiare senza di me.
Mia nonna non mi ha riconosciuta e per tutto il tempo mi ha chiamata con un nome che non è il mio.
Mio fratello ha anche osato prendermi in giro affermando "si è dimenticata proprio di te che sei quella che ci ha sempre passato più tempo insieme".
La cosa mi ha fatto male. E non poco.
• Capodanno passato a Roma. Serate tranquille, ansie e straziamenti interni vari perché la mia testa vortica troppo, normalità. Stranamente.
• Gennaio passato sui libri.
• Febbraio ho fallito miseramente tedesco, ho dato Letteratura Italiana dopo che mi è stato rimandato a vita e mi sono beccata la cazziata della Professoressa perché ero così stremata quando sono arrivata da lei che, seppur preparatissima e in grado di spiegare a tutti fuori il programma, lì dentro ho fatto le peggiori figure di merda. Ho preso un voto che non fa schifo ma per cui avevo studiato molto di più.
• Non ho dato Letteratura Tedesca e non ho potuto dare Letteratura Coreana perché la Presidenza ha deciso di giocare con il mio piano di studi. Iniziata l'epopea con la Presidenza.
• Negli intermezzi di questo studio mi sono fatta scannare da mio fratello per non ricordo nemmeno più cosa (probabilmente per il fatto che non so starmi zitta) e per due settimane circa non sono riuscita a muovere la spalla destra a causa dell'ematoma grande quanto un pallone da calcio.
• Perdita di sonno a causa di stress e gente che urla ogni sacrosanta volta dimostrando rispetto zero nei miei confronti.
• Violenze psicologiche varie.
• Lotta per una borsa di studio.
• Telefono che ha preso a squillare una notte sì e l'altra pure perché la gente chiamava dal palazzo di mia nonna dicendo che stava svegliando tutto il condominio. Conseguenti corse a casa sua nel cuore della notte.
• Il primo marzo è partito di nuovo mio padre per il Kazakistan per altre tre settimane.
• Papà ha rischiato di rimanere carbonizzato nel sonno a causa di un incendio scoppiato nelle baracche dove alloggiavano.
• Nonna ha ripreso a stare male, per due settimane ci siamo alternate io e mia madre ad andare a "dormire" a casa sua. Non abbiamo dormito. Non riconosceva nessuno e stava male sempre quando ci andavo io. Ho fatto ciò che non mi sarei mai aspettata di dover fare alla mia età. Compreso trascinarla al bagno, farle fare pipì, cambiarle il pannolino, lavarla e imboccarla mentre lei delirava e credeva fossi la madre, poi la nonna, poi una misera sconosciuta.
L'ho imboccata. Parlando come se mi stessi rivolgendo ad una bambina di due anni per farle aprire la bocca.
Sale su una ferita ancora fresca.
• Ho avuto una crisi di nervi in piena regola.
• Ho iniziato ad avere gli incubi durante la notte e a diventare insonne.
• Ho ripreso a somatizzare tutto e la mia pelle ha iniziato a screpolarsi in ogni dove, con aggiunta di strane bolle ignote.
• Ho buttato cinque giorni (in ordine non consequenziale) nel cesso per andare in presidenza a sitemare il mio piano di studi, venendo rimandata di volta in volta e venendo trattata come una stupida incompetente. Aspettando file di ore interminabili.
• Ho preso la decisione di cambiare lingua, non me l'hanno fatto fare.
• La mia professoressa di Giapponese ci ha chiaramente detto che non passeremo mai l'esame del terzo anno a prima botta e che per farlo dovremmo imparare il libro a memoria perché lei vuole quello. Stupide forme antiche che manco si usano più e che non mi lasceranno nulla.
In più abbiamo scoperto di dover fare le leccaculo, perché se non ci presentiamo a ricevimento non passeremo mai e soprattutto si è rifiutata di darci una mano anche nelle correzioni.
• E' successo un casino e il Professore di Coreano ci ha chiusi fuori.
• Ho vinto la borsa di studio in un modo che mi ha distrutta ancora di più.
• Ho avuto il mio secondo crollo emotivo e ho passato circa quattro ore a piangere ininterrottamente al telefono.
• Sono arrivati i risultati del Noryoku: failed. Superato tutto con B, ma non era abbastanza per passare. Non è mai abbastanza.
• Le auto-critiche nei miei confronti sono aumentate a dismisura. Insieme ai commenti dei miei. Credere in me è diventato sempre più difficile. Non conta quanti successi otterrò, ci sarà sempre qualcosa per cui buttarmi giù.
A volte vorrei solo sentirmi dire "brava" o "ce la puoi fare" o "ti sono vicina".
• Ho iniziato ad avere paura. Paura di tutto: di non essere abbastanza, di non essere giusta, di non essere nulla di ciò che gli altri credono.
• Mi sono odiata. Peggio del solito. E ho iniziato a sognare di gente che sparisce e persone che mi perseguitano e mi opprimono, mi legano. Ho sognato persone irreali e ho iniziato a svegliarmi sempre più spesso con il cuore a mille e l'angoscia ancora palpabile.
• Mi sono resa conto di non riuscire a gestire più tutte queste cose.
• E mi sono resa conto di aver bisogno di parlare. Ma ho fallito anche in questo.
• Ho iniziato a giocare sporco e a comportarmi da bambina infantile nell'unica cosa che mi spaventa e che non riesco a gestire: i rapporti.
• Ho ripreso a chiudere tutti fuori.
• Mio fratello non perde occasione per farmi saltare i nervi. E in questa casa non sono nemmeno più in grado di disporre della mia stanza e del mio letto. Devo avvisare dieci minuti prima di voler andare a dormire perché devo dare il tempo a chi sta dormendo al mio posto di svegliarsi e spostarsi! ^^
• Ho paura. Sono gelosa. Mi sento chiusa fuori.
• Mia madre è andata via di nuovo.
• La mia fobia sociale è incrementata a livelli pazzeschi.
• Anche la fobia del contatto. Soprattutto nei treni.
• Prendere un treno della Vesuviana è diventato impossibile. Tagli, soppressioni, ritardi. Viaggiare uno addosso l'altro. Claustrofobia.
• La musica non riesce più a calmarmi. Ma riesco a trovare un minimo di distacco in quei programmi stupidi e in quelle minchiate che tanti di voi non vogliono capire ma che per me sono diventati importanti proprio perché in grado di farmi staccare la spina.
• Nel giro di una settimana sono morte quattro persone vicine alla nostra famiglia.
• Sono tornata al poligono dopo un anno e mezzo. E' stata l'unica nota positiva in tutto ciò.
• Non trovo lavoro. QUello che faccio mi fa guadagnare una miseria e non ho tempo né per questo né per altro. Devo recuperare troppi esami (mia madre ha fissato un limite). Non posso fare quello che voglio.
• Non voglio più sentirmi chiusa fuori.
• Ho paura di me stessa.
• Continuo a fare finta di nulla e a sorridere come se nulla fosse. In realtà mi sto corrodendo da sola.
• Mia madre continua a parlarmi di mia nonna e io continuo a chiederle cose riguardanti lei come se fossi una persona estranea. Fingo indifferenza e freddezza e poi ci soffro in solitudine. Le analisi sono preoccupanti.
• Vorrei piangere il più delle volte, ma mi sono ripetuta così tanto che odio farlo che a meno che non sia a parlarne con qualcuno, da sola finisco con il fermarmi alla seconda lacrima. Vorrei farlo. Vorrei urlare. Vorrei tirare tutto fuori.
• Giovedì, dopo aver passato un'altra settimana ad essere tirata giù dal letto alle sette dalle urla dei miei, mentre riposavo - stranamente - di pomeriggio, è arrivata un'altra telefonata. Nonna urlava di nuovo. Sono dovuta correre da lei, calmarla, parlarle, poi tornare a casa, portare giù il cane, andare a dare ripetizioni.
• Mi guardo di nuovo allo specchio e mi faccio schifo perché ho ripreso peso. Non ci riuscirò mai.
• Non riesco più a mantenere la concentrazione. Dimentico le cose più semplici. Confondo tutto.
• Ho ripreso a prendermi la colpa di tutto. Anche quando non ho fatto nulla per cui dovermi scusare.
E ho anche ricominciato a scavare la pelle intorno all'unghia del pollice. Ho di nuovo dei fossati.
• Sono egoista. Non riesco a non pensare a me, me, me e i miei problemi. E al fatto che vorrei solo che qualcuno mi ripetesse "andrà tutto bene, non sei sola".
Non è vero. Non è vero. Non è vero. Lo sono. Alla fine non sono poi così importante. E alla fine, vedendolo scritto, non è poi chissà cosa, giusto. Perché allora non ci riesco?
Siete dei bugiardi. Non sono forte. Non lo sono.
Ho tralasciato tante altre piccole cose.
I wish.